Test Drive: Dacia Spring Extreme 2025, l’elettrica cittadina ora osa di più
L’occasione è di quelle perfette: il ritorno alla guida della Dacia Spring, nella nuova versione Extreme 65, in un contesto affascinante come Villa Arconati a Castellazzo di Bollate, piccola Versailles lombarda che offre una scenografia classica per un modello che cambia radicalmente volto. Perché la Spring, oggi, è più che mai un oggetto di design, soprattutto all’esterno: il colore Beige Safari con dettagli rame è raro, decisamente appariscente, e sottolinea il lavoro accurato fatto sul frontale, dove spicca il nuovo logo Dacia che si apre a sportellino per rivelare l’attacco di ricarica.
L’effetto è moderno e riflettente, con elementi decorativi bianchi sotto la mascherina decorati come un graffito nero, e con moderni gruppi ottici. Anche il posteriore è tutto nuovo, con fascia nera rigata attraversata dalla scritta Dacia color rame e fanali orizzontali dalle geometrie nette.
Le linee tese e pulite, unite ai profili neri inferiori, restituiscono una sensazione da piccola off-road urbana, robusta e personale, che rompe nettamente con la semplicità quasi da quadriciclo della versione precedente. Anche i cerchi Flexiwheel da 15″, color rame e nero, contribuiscono a dare un’immagine più adulta, quasi premium.
Aprendo le portiere, rimangono alcune scelte spartane, come le guarnizioni alte e la finitura semplice della parte interna del fianco anteriore, ma la costruzione esterna nel complesso convince per presenza scenica e modernità.
Passando agli interni, il salto è meno netto ma comunque percepibile: tutto è rigido, ma gli accostamenti cromatici – bianco, verde, rame – e la disposizione dei comandi fanno capire che si è voluto dare un messaggio di stile. Il quadro strumenti è ora interamente digitale e a colori, montato in rilievo su una struttura bianca sopra la plancia, mentre al centro spicca lo schermo touch da 10” Maïda Nav Live, completo, nitido e compatibile con smartphone. Le bocchette laterali sono tonde, quelle centrali richiamano il logo Dacia e sono decorate in rame.
Il volante a tre razze, già visto su altri modelli del gruppo Renault, integra i comandi per cruise control e limitatore, e accanto troviamo le classiche leve multifunzione e il satellite per l’impianto audio; l’aria condizionata resta manuale, con rotelle e pulsanti analogici, ma è efficiente anche in una giornata molto calda, e facilmente regolabile.
Le portiere sono rigide e spoglie, senza altoparlanti (presenti solo nella plancia, due laterali e uno centrale in basso) e prive di comandi, ma con vaschetta rivestita in bianco. I sedili sono in tessuto e TEP, con cuciture a vista, comodi, con poggiatesta integrati ben separati dalla seduta; la leva del cambio è una sorta di selettore molto corto, più simile a un pulsante, con possibilità di scelta tra modalità D e B per aumentare il recupero di energia in frenata.
Meccanicamente, la nuova Spring mantiene il motore da 48 kW (65 CV) con omologazione a 19 kW, identico al modello precedente, ma con alcune ottimizzazioni che rendono più brillante l’accelerazione: da 0 a 50 km/h si scende da circa 5,8 secondi a 3,9, mentre il tempo 0–100 km/h rimane di circa 13,7 secondi; la velocità massima è di 125 km/h.
La batteria è da 26 kWh, leggermente ridotta rispetto ai 27,4 kWh dichiarati in precedenza, ma l’autonomia resta comparabile: 228 km nel ciclo WLTP combinato, fino a 305 km in ambito urbano. La ricarica avviene in corrente continua fino a 30 kW, con un tempo indicativo di 45 minuti per passare dal 45 all’80%, mentre con una wallbox da 7,4 kW bastano circa 4 ore e mezza.
La guida in città è sempre il suo campo d’elezione, ma oggi l’auto trasmette un maggior senso di maturità: su strada infonde sicurezza, l’accelerazione è immediata, la tenuta è migliorata anche grazie ai pneumatici più generosi, e il comportamento è sempre prevedibile. In condizioni normali l’auto è comoda, anche se l’assetto un po’ rigido fa sentire i rallentatori e le buche, mentre il rumore percepito è principalmente dovuto al rotolamento degli pneumatici, alla ventola dell’aria condizionata o al movimento di porte e sportelli.
L’autonomia registrata nella nostra prova, con massima carica e su strade urbane più o meno scorrevoli, è stata poco superiore ai 200 km, sufficiente per l’uso quotidiano e per piccoli spostamenti extraurbani. Anche i sedili posteriori, uniti e non ribaltabili separatamente, sono un po’ difficili da gestire, ma offrono comunque spazio sufficiente per due adulti.
Infine, il prezzo: il listino parte da circa 19.900 euro, ma con gli incentivi l’auto può scendere ancora, rendendola una delle elettriche a quattro posti veri più convenienti sul mercato. In conclusione, la Dacia Spring Extreme 2025 è molto più auto di quanto lasci intendere la sua semplicità: la base è la stessa della generazione precedente, ma l’evoluzione è evidente, soprattutto nell’aspetto esterno. Resta essenziale, ma oggi è anche piacevole da guardare, convincente da guidare e più consapevole della sua identità urbana.
Sergio Chierici, Davide Chierici


















































































































