Design

Nuova Mazda3, il Kodo design si evolve

Per Mazda è una vettura importante: la nuova Mazda3, giunta alla quarta generazione e presentata al Salone di Los Angeles 2018, rappresenta un modello strategico nel combattutissimo segmento C, quello della Golf, a livello internazionale. Per competere con la concorrenza, la scelta è, come spesso accade in Mazda, controcorrente: niente vettura alta, SUV o crossover, ma un’auto ancora più filante, sportiva, dinamica e aerodinamica, ricca di brevetti tecnologici per garantire una migliore efficienza, ma anche per far girare gli sguardi senza essere ingombrante o imponente, e senza ricorrere ad eccessi di «overdesign».

Come si è mosso il centro stile Mazda? Siamo sempre nel solco del KODO design, della sensazione di movimento da fermi, dell’onda fluida che percorre la carrozzeria; tuttavia, come già notammo al Salone di Ginevra 2018 confrontando la Mazda3 di serie con la concept che anticipava l’attuale, qualcosa è profondamente cambiato, pur mantenendo un’architettura simile. Nella precedente, l’idea del cofano lungo, definito da un’arcata sopra il parafango fino alla portiera, e del montante arretrato facevano riscontro ad una linea di cintura molto a cuneo, così come la piega inferiore nelle portiere, mentre sopra il parafango posteriore il breve arco piegava in basso verso i gruppi ottici. Un complesso di linee sicuramente dinamiche, ma un po’ in contrasto tra loro, con un problema di proporzioni tra cofano imponente e coda molto sfuggente. La nuova Mazda3 è diversa: via il superfluo, ma anche semplificazione di linee e forme, eliminando le pieghe troppo disegnate, e favorendo invece la definizione dei piani: il risultato è una linea di cintura meno inclinata e che chiude meglio sul finestrino posteriore, una fiancata che da concava diventa convessa in prossimità del parafango posteriore, un frontale sempre con cofano lungo ma più semplice e all’apparenza più basso e filante, una coda molto arrotondata con un montante più importante, che bilancia meglio il volume anteriore, ed ha anche un sapore più antico -o più affine a certi modelli del passato, anche giapponesi. Oggi si può giocare sul montante posteriore senza troppi timori sulla visibilità, grazie a sensori e schermi sempre più diffusi e precisi.

Pochi tratti sono bastati per rendere anche il frontale più filante e sagomato: i fari hanno una forma appuntita più semplice e decisa, e si uniscono alla cornice, ora scura, di una mascherina esagonale, più larga e meglio sagomata. In coda, il portellone comprendente il vano targa cede il passo ad un lunotto meno arrotondato ma sempre inclinato e disposto piuttosto in alto, che prosegue su una zona bombata con il grande logo Mazda al centro; le luci hanno due elementi circolari in evidenza, mentre il vano targa è in basso, intersecando la zona scura di scarichi ed estrattore. Una forma unitaria e scultorea, che pone l’accento sul dinamismo rispetto alla più classica tre volumi, non importata in Italia.

Grande efficacia anche per la semplicità delle linee della plancia, con un elemento centrale a sviluppo orizzontale che può essere nel colore delle sellerie, coperto da una palpebra scura, e con uno schermo ben visibile nella zona alta al centro. Tra le caratteristiche tecniche, il nuovo motore Skyactiv-X, che funziona in parte come un diesel, e l’architettura Skyactiv-Vehicle: sistemi che, come per le linee esterne, rappresentano un impegno ad eliminare il superfluo e ottimizzare al massimo ogni singolo elemento.

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