Test Drive

Test Drive: Dacia Sandero Stepway Extreme Eco-G, avventura ed economia per la best-seller europea

La Dacia Sandero è un’automobile che ha un compito molto importante: rendere la vita di tutti giorni semplice e comoda, al minor prezzo possibile. E in effetti, guardando le classifiche di vendite nel mercato italiano a febbraio, dopo l’inossidabile Panda, c’è lei: niente di meglio, quindi, di un test drive di uso quotidiano per verificare il perché di tanto successo, che in Europa sembra ancora più consolidato, con posizioni di vertice fin dal 2017.

La versione più economica della Sandero è sicuramente la Streeway Essential che parte da 13.250 euro, mentre per la più avvenutosa Stepway il prezzo base è di 15.300 euro: come sempre Dacia ci ha abituati a un prezzo sicuramente accessibile in relazione alla categoria di vettura. Per il nostro test, tuttavia, abbiamo avuto la possibilità di testare una Sandero Stepway alto di gamma, vale a dire una versione Extreme con il motore a doppia alimentazione TCE 100 CV Eco-G, che funziona sia a benzina che a GPL.

Anche in questo caso, il prezzo rimane concorrenziale, perché parte da 17.750 euro con tutto quel che serve; c’è poco da aggiungere, a cominciare dai 700 euro per la bella vernice Liken kaki, colore di lancio per tutte le  Dacia recenti e assolutamente consigliabile, abbinato ai cerchi in lega scuri da 16” Mahalia di serie e alle sellerie Extreme. 

La nostra vettura era poi equipaggiata con il pack Safety da 450 euro, con i sensori di parcheggio e dell’angolo morto laterale, il freno di stazionamento elettrico e il bracciolo anteriore con vano portaoggetti, in plastica rigida ma correttamente collocato tra i sedili e molto pratico; oltre agli accessori di stile, come le soglie delle portiere, in aggiunta ci sarebbe stato il navigatore integrato, ma ha funzionato benissimo anche il navigatore dello smartphone, da collegare però con il cavo USB.

La versione Stepway ha sicuramente il pregio di rendere il look della Sandero più accattivante, ma anche di poter sfruttare i vantaggi dell’assetto rialzato e delle protezioni laterali, per togliere un po’ di preoccupazioni legate a marciapiedi alti, alle buche, o ai ciottoli di una strada bianca; c’è anche il pulsante Extended Grip che migliora la motricità grazie all’elettronica.

Per quel che riguarda la tecnologia, c’è tutto ciò che serve, a cominciare dalla frenata automatica, tuttavia non ci sono concessioni al superfluo. Le Dacia condividono molti degli elementi interni, come le bocchette dalla particolare forma spigolosa e sempre con chiusura in una delle due direzioni laterali, oppure la strumentazione rigorosamente analogica, in bianco e nero e con un computer di bordo centrale con due categorie di informazioni selezionabili con i pulsanti al volante, e i dati di base dai consumi alla velocità istantanea, fino ai chilometri percorsi o l’autonomia.

Sempre in bianco e nero, e con la sabbia grigia come sfondo iniziale che richiama la Duster, anche lo schermo touch centrale, grande quanto basta e che concede poco al colore, se non forse con la connessione Media Control allo smartphone: c’è la radio DAB, ma c’è una sola regolazione di miglioramento del suono (del tipo on/off), mentre i sensori di parcheggio prevedono la classica pianta della vettura disegnata, più una telecamera posteriore grandangolare che si attiva con la retromarcia, old style ma molto utile.

Nessuna concessione al superfluo anche all’interno: dove si può, la plastica ha belle goffrature ma è rigida e talvolta spigolosa, anche se gli accoppiamenti sono ben fatti e senza scricchiolii. L’allestimento Extreme, tuttavia, concede qualcosina in più, sempre nel segno dell’avventura: le le barre sul tetto, l’antenna a pinna di squalo, le finiture esterne con linee lucide su aree scure opache che Dacia definisce “topografiche”, i bei dettagli color rame all’interno e all’esterno, il volante in TEP soft feel e le sellerie e il bracciolo porta in TEP Micro Cloud, con il nuovo logo Dacia -che ricorda anche una X- impresso anche nei sedili.

Da segnalare anche la firma sonora Dacia all’ingresso in vettura, la climatizzazione automatica mono-zona, l’apertura e chiusura keyless con pulsante Start/Stop, e le belle luci diurne “Y-shape” a LED. Insomma: essenziale sì, ma senza troppe rinunce: c’è quel che serve, e quel che c’è e ben fatto. Casomai è l’aspetto generale molto scuro a non far risaltare gli accessori presenti, e poi il risparmio si vede in piccoli dettagli: ad esempio, non ci sono spot di lettura, non c’è il supporto lombare nei sedili, c’è una sola presa USB a sinistra dello schermo per il collegamento con lo smartphone -con il cavo che quindi “gira” attorno allo schermo.

La Sandero Stepway serve però per muoversi su strada, e vediamo quindi come si è comportata nel test la motorizzazione benzina e GPL, con il piccolo 1.0 a 3 cilindri che riesce ad offrire poco più di un centinaio di CV, rendendo quest’auto assolutamente capace di destreggiarsi molto bene nel traffico e di starne anche al passo. Questa motorizzazione è molto interessante in Italia anche perché con le nuove leggi del codice della strada i neopatentati possono adoperare vetture con questa potenza, brillante, parco nei consumi e con caratteristiche “ecologiche”.

Lo sterzo non è direttissimo ma svolge bene il suo lavoro e rimane comodo da usare: rimane pronto e morbido anche se non troppo preciso, richiedendo a volte piccole correzioni anche in rettilineo. Le sospensioni tradizionali assorbono abbastanza bene le disconnessioni del manto stradale, anche se, forse proprio a causa del sollevamento dell’assetto sembrano un po’ meno equilibrate nella guida sul misto -dove si avvertono reazioni molto evidenti nelle caditoie in curva. Nel complesso, comunque, la vettura sta bene in strada e non mette mai in apprensione.

Bene anche per il cambio a sei marce, con la retro in avanti a sinistra, che è pronto e preciso, forse con la leva un po’ lunga, ma adattissimo ad ogni tipo di guida; la strumentazione suggerisce con una semplice spia il momento ideale per la cambiata, pensando però esclusivamente al consumo, e quindi al passaggio alla marcia superiore, mai a quella inferiore -per questo viene in aiuto il tradizionale contagiri. Un pregio il fatto di aver aggiunto cruise control e limitatore di velocità comandabili dai pulsanti al volante, anche se il cruise non è adattivo, e ovviamente non è prevista la guida autonoma neppure a richiesta.

La silenziosità all’interno della cabina è nella media, ma tutto sommato accettabile considerando la vetratura non troppo spessa e l’assenza di copertura sul motore, la cui sonorità si rivela comunque gradevole; in generale si sta comodi nell’abitacolo, malgrado qualche scelta ergonomica da rivedere, come il supporto lombare davanti o l’inclinazione all’indietro del sedile posteriore, con i poggiatesta piuttosto distanti.

La Sandero Stepway accelera bene, grazie al corpo vettura agile e leggero, e le prestazioni generali sono adeguate per la categoria di auto: va bene insomma per la città o le strade extraurbane, ma si può affrontare bene anche un viaggio autostradale, senza particolari rinunce. Con il funzionamento a GPL -con l’impianto Landi Renzo specifico per Renault/Dacia- le prestazioni sono forse lievemente migliori rispetto all’uso a benzina, ma il consumo a GPL è più alto: nell’uso misto quotidiano abbiamo calcolato circa 8 litri/100 km a GPL, che scendono a 6 nella guida a benzina. Questo significa un’autonomia a GPL pari all’incirca al viaggio autostradale Milano-La Spezia o poco più, mentre a benzina si arriva a più di 700 km con un pieno.

Il totale dei chilometri percorribili con i due serbatoi è comunque notevole, e condizionato solo dalla frequenza di distributori a GPL, che per la normativa attuale necessitano di un operatore. Nel consumo può aiutare la modalità ECO, che taglia proprio la potenza: perfetto per l’uso a velocità regolare, un po’ meno per viaggiare in modo fluido nel traffico. Per testare meglio i consumi, oltre alla specifica app di Dacia, si può anche provare la sezione del sito ufficiale che simula i consumi su un percorso. Il GPL vince sicuramente nella gara del risparmio, perché anche se si consuma un po’ di più il prezzo alla pompa è sicuramente vantaggioso: un pieno ci è costato circa 22 euro.

Tirando le somme, la Dacia Sandero Stepway è decisamente valida perché il suo rapporto qualità prezzo è molto buono, ma soprattutto c’è quel che serve, con un’estetica che nella versione Extreme non manca di personalità, e un interno pratico e funzionale, nel quale non manca lo spazio, anche per il bagagliaio ampio e regolare. Con un costo concorrenziale, può servire come prima auto, oppure come seconda vettura, e da adesso in poi anche come auto da neopatentati. Per le versioni più accessoriate, la prima concorrente che ci viene in mente è in casa Renault: la Clio GPL 100 CV parte da 18.750 euro nella versione di accesso, quindi costa di più, ma con la Sandero condivide pianale e motorizzazione in un ambiente dal look più ricercato e con un buon numero di accessori inclusi. Si sceglie Dacia, quindi, per il risparmio, ma anche per l’immagine trasmessa: l’essenzialità senza fronzoli, il value for money, il valore dato alla sostanza. Una sorta di manifesto “filosofico” del brand, che va oltre il basso costo iniziale.

ModelloDacia Sandero Stepway Extreme TCE 100 CV GPL Eco-G
DimensioniLunghezza: 408 cm – Larghezza: 178 cm – Altezza: 163 cm – Passo: 260 cm
Bagagliaio410 litri (fino a 1.150 litri con sedili posteriori abbassati)
Pneumatici205/60R16
Motore3 cilindri 999 cc
AlimentazioneGPL/Benzina
CambioManuale a 6 marce
Potenza101 CV (74 kW) a 5.500 giri/min
Coppia max170 Nm a 4.200 giri/min
Velocità dichiarata175 km/h
0-100 km/h11,9 secondi
Consumo medio7,4 l/100 km (GPL) – 5,3 l/100 km (Benzina)
Capacità serbatoio32 litri (GPL) – 45 litri (Benzina)
Prezzo chiavi in manoDa € 17.750

via | Sergio Chierici e Davide Chierici