Test Drive

Test drive: Renault Grand Scenic Initial Paris, gran lusso francese

La prima cosa che salta subito all’occhio della Renault Grand Scenic, che abbiamo avuto modo di testare per due settimane, è l’allestimento Initial Paris: una firma, che incarna in questo momento il massimo livello di allestimento per le vetture della casa francese. Ed è interessante capire quale possa essere il grado di lussuosità pensato da Renault per i modelli che prevedono in gamma questa versione. Un’operazione non troppo diversa, ad esempio, da quella compiuta da Ford con Vignale, ma senza creare modelli autonomi, come DS per rimanere in Francia.

La Grand Scenic Initiale Paris della nostra prova è dotata del turbo-diesel Blue dCi 1.749 cc da 150 CV a 3.500 giri/min, con cambio manuale a 6 marce, e si fa subito notare per l’estetica, realizzata dal team guidato da Laurens van den Acker. La natura della Grand Scenic, erede delle due precedenti versioni a 7 posti (che mancavano nella prima serie), è immediatamente percepibile dall’esterno: con ingombri non eccessivi soprattutto in larghezza (4.635 x 1.600 x 1.660 mm), lo spazio interno è gestito nella maniera più razionale possibile, con il montante spostato fin sopra alle ruote anteriori, un cofano molto corto e un aspetto complessivo da monovolume. L’insieme, grazie anche alla coda rigorosamente verticale, dà l’idea di un enorme parallelepipedo, per lo meno a partire dall’arco del parabrezza, fornendo già otticamente l’intenzione di sfruttare ogni centimetro del volume interno. La Grand Scenic, tuttavia, non è un furgone: in questa versione, un frontale più sagomato rispetto alle serie precedenti, con una mascherina importante come nelle più recenti Renault, impreziosita dalle cromature e con i tecnologici fari con firma a C, si sposa con una fiancata appena ondulata, e un solco inferiore abbellito da una cromatura con il logo Initiale Paris; il tetto ad arco, non apribile ma quasi interamente in vetro, è rastremato e termina nella coda verticale, ma osservando meglio si tratta di un gioco ottico dei finestrini e dello spoiler sul lunotto, perché il volume rimane in realtà piuttosto alto, per ospitare al meglio anche i passeggeri della terza fila -che nel padiglione, sopra alla testa, dispongono uno specifico incavo. In coda si rilevano le concavità e convessità di lunotto e portellone, insieme alle caratteristiche luci a L, disposte tridimensionalmente tra il montante posteriore e l’interno del portellone, definendo la curva superiore della zona contenente logo e nome del modello, che ha qualche richiamo con certe linee Renault del passato. In basso, la targa è inserita nel portellone, ma ha una propria zona incavata, con la cromatura superiore; lo scudo è invece chiuso inferiormente da un elemento metallico. Ancora alcune note sulla fiancata: le barre cromate sul tetto, che accentuano l’idea della monovolume da carico, le grandissimi ruote da 20” con pneumatici ultra ribassati, che anche per la particolare forma stellata dei raggi ricordano tantissimo le proporzioni di una classica “Hot Wheels”, e la particolare linea di cintura, che è forse l’elemento estetico più caratteristico di questa serie di Scenic: la linea infatti scende più o meno fino all’altezza del montante centrale, per poi risalire più bruscamente fino alla luce assottigliata dietro le porta posteriore, che chiude poi ad arco verso l’alto dando spazio al montante. Un’idea di design molto funzionale: se il sollevamento di coda accentua l’aspetto muscoloso complessivo e la privacy per i posti dietro, la parte anteriore garantisce una visibilità migliore, facilitata da una fiancata complessivamente piuttosto verticale. La linea di cintura, rispetto alle altre Scenic, è definita da una cromatura, come si addice ad una Initiale Paris: l’eleganza è una delle sue caratteristiche peculiari, sottolineata dal colore Be Style Chicago, una sorta di viola scurissimo da sembrare quasi nero con poca luce, e molto rilucente di giorno.

E proprio il lusso di questo allestimento è sicuramente osservabile anche all’interno, dove emerge immediatamente un elemento caratterizzante: i comodissimi sedili. Raramente, nella produzione odierna, si trovano in questa categoria di vetture dei sedili così ben rifiniti, in pelle, con coste orizzontali che nello schienale sono in scale di grigio differenti; quelli anteriori, in particolare, hanno la possibilità di regolare il supporto lombare, l’altezza, la lunghezza del cuscino di seduta, e sono riscaldabili a più livelli, dotati di memorie, e anche di tre diverse tipologie di massaggio con parametri regolabili; gli ampi poggiatesta sono poi tra i più comodi mai provati, oltre a svolgere il ruolo di sicurezza in caso d’urto. Anche i sedili centrali, e persino i due più piccoli della terza fila (da utilizzarsi sempre con quelli centrali sollevati e mai abbattuti), sono trattati con la medesima cura, e la loro comodità testimonia come la vettura sia pensata proprio per viaggi anche a pieno carico di persone, o bagagli. Una sola curiosa annotazione: il sedile anteriore arretra per facilitare l’uscita dall’abitacolo, ma torna in posizione solo dopo l’accensione del motore; per fare questa operazione, si è quindi un po’ distanti dalla pedaliera -in altri modelli, è invece sufficiente chiudere la porta per avere il sedile in posizione corretta.

Il volante a tre razze, specifico per la versione, è ottimamente rivestito in pelle, ha una buona presa ed è di corrette dimensioni, con i comandi nelle razze per telefonia e funzionalità del quadro; Renault continua ad utilizzare il classico satellite sulla destra per i comandi principali audio, mentre la strumentazione dietro il volante è interamente digitale, sebbene l’elemento centrale sia sempre disegnato come un elemento circolare a lancette, con indicatori a segmenti per il serbatoio carburante e la temperatura del motore. In realtà, il tachimetro è in forma numerica, mentre l’ago che segue il contorno circolare indica il numero di giri (e sparisce in caso di spegnimento del motore), o, nella modalità Eco, l’arco dei regimi del motore dall’efficienza migliore per risparmiare; in più, uno schermetto sollevabile trasparente consente di avere la proiezione di alcuni dati. Come in altre Renault, ci sono modalità di guida differenti, che modificano sia le belle luci di ambiente, sia il colore di tutti gli schermi della strumentazione (Multi-Sense con Ambient Lighting): dal bianco tendente al giallo della modalità normale, si passa al rosso per la sport, al verde per l’Eco, al blu per la confort e al viola per la personalizzata. Questi colori sono anche ridefinibili; peccato però che per passare da una modalità all’altra occorra passare per forza dal menu del sistema multimediale, oltretutto interrompendo brevemente anche l’audio, tranne due preprogrammabili in sequenza con un solo pulsante e un tasto Eco. Altri elementi della plancia da segnalare sono le belle bocchette centrali e laterali, il tunnel centrale con bracciolo e vano richiudibile, che grazie a un pulsante può essere sbloccato per spostarsi interamente all’indietro e lasciare spazio anche a due porta lattine, il cassetto portaoggetti che si apre automaticamente in avanti premendo un pulsante. A parte la zona inferiore, comunque bella a vedersi, e le parti in plastica di raccordo tra plancia e parabrezza, gran parte della plancia non è solo morbida, ma rivestita in pelle con eleganti impunture: il livello di qualità percepita, grazie anche alle cromature, è molto elevato.

Sempre nella plancia, al centro, il protagonista è il grande elemento verticale, che si piega verso il tunnel per dare spazio alla leva del cambio, che quindi è sollevata ma a leva corta (e comoda); questo elemento, circondato da una cromatura e con una finitura lucida geometrica molto elegante, comprende il pulsante del freno a mano e di regolatore e limitatore di velocità, una pulsantiera orizzontale, gli utili comandi circolari e a pulsante della climatizzazione automatica bizona, e lo schermo verticale touch da 8,7” per il completissimo sistema multimediale e di infotainment, che comprende anche le connessioni agli smartphone; in alto, la parte che distanzia lo schermo dalla plancia contiene superiormente dei fori di areazione. Molto ben rifiniti i posti posteriori che possono essere avvicinati in modo asimmetrico a quelli anteriori, con lo schienale abbattibile per i bagagli, oppure interamente ribaltabili in avanti per fare spazio ai posti della terza fila, annegati nel ripiano dei bagagli. Nel bagagliaio, enorme, regolare e ben sfruttabile, ci sono anche gli utilissimi pulsanti che consentono l’abbattimento di tutte le sedute parziali di seconda e terza fila, compreso l’abbassamento automatico del poggiatesta: un sistema utilissimo per sfruttare al meglio lo spazio, che arriva da 189 a ben 2.100 litri; l’altissimo portellone consente un facile accesso al vano, sebbene non sia dotato di alcun automatismo elettrico, unica pecca insieme al piano di carico un po’ alto, che copre in realtà dei vani inferiori, e all’impossibilità di separare le tre sedute del divano centrale, o di asportare i sedili, come nelle vecchie Scenic.

Veniamo alle considerazioni della guida d’uso corrente, compiuta come di consueto su vari tipi di strade e autostrade, sedendoci al posto di guida. Si nota l’ottimo confort complessivo, grazie soprattutto ai sedili, e anche la buona visibilità dall’interno, anche anteriormente nonostante la plancia molto avanzata, con l’unico limite del doppio montante che oscura un poco la visibilità in curva -la vettura è però dotata di sensori perimetrali e avvisatori di ostacoli nell’angolo cieco; in più ci sono accessori tipici da monovolume, come vari vani più o meno nascosti, e anche uno specchietto interno supplementare per guardare meglio i posti posteriori. Il sistema multimediale ha una vastissima quantità di opzioni, che abbiamo impiegato più di un’ora a selezionare interamente, prima del primo viaggio: abbiamo testato anche Apple Car Play, grazie alla porta usb nel vano del bracciolo, molto efficiente, nonostante l’interfaccia in questo caso rimanga orizzontale, senza poter sfruttare il grande schermo in altezza. Come in molti di questi sistemi, si può configurare un utente per memorizzare le preferenze. Una nota positiva anche per il sistema audio Bose, con sub-woofer sotto il bagagliaio, che riempie in modo pieno ed efficace l’ampio abitacolo della vettura. Forse è da rivedere un po’ l’interfaccia generale, che ha un po’ troppe operazioni da compiere in sequenza, anziché rapidamente con un solo comando.

Veniamo quindi alla guida. Il 1.7 turbodiesel è un motore dall’ottima efficienza, così come il cambio manuale, dagli innesti facili e privi di impuntature, e con rapporti ben spaziati: oltre ai 150 CV, che nonostante il peso a vuoto di 1.754 kg consentono di avere sempre a disposizione una buona riserva, la coppia massima è di 340 Nm a regimi piuttosto bassi, da 1,750 giri/min: i dati dichiarati sono di 200 km/h di velocità massima e di 12,9 secondi per passare da 0 a 100 km/h. Pur non trattandosi di una vettura sportiva, non si ha mai la sensazione di essere in debito di cavalli, e la buona fama di comoda stradista viene sicuramente confermata. Per le sensazioni stradali, molto dipende dalle impostazioni di guida selezionate, che però, anche rispetto ad altre Renault più grandi, hanno differenze meno marcate e sembrano tendenzialmente più uniformi. Se la modalità normale costituisce un buon compromesso per ogni situazione, la modalità Sport accentua un po’ il sound del motore, che risulta un filo più pronto, così come il volante che guadagna in precisione, e l’indicatore della cambiata che è un po’ più permissivo; nella modalità Eco l’intero sistema, compresi gli accessori elettrici, punta al maggior risparmio possibile; la modalità confort migliora tutti gli elementi che possono permettere una maggiore comodità, alleggerendo un po’ anche il volante, mentre nella modalità personalizzata abbiamo scelto un compromesso da Renault di primi anni 2000, con volante più morbido e motore più pronto. L’indicatore di cambiata in una vettura di questa stazza punta sempre alla maggiore economia, ma non sempre richiede il passaggio ad una marcia superiore, perché a volte è più efficiente restare nella marcia inferiore. Da notare che, a scelta del conducente, c’è anche la simpatica spia a forma di alberino nella strumentazione: più aumentano le foglie, più la propria guida è efficiente in termini di risparmio -i dati di guida si possono poi leggere ad ogni viaggio. Un altro tipo di controllo tipicamente Renault è quello della qualità dell’aria interna, a volte un po’ trascurata anche nelle vetture più recenti. 

Detto questo, la vettura non ha mai un comportamento estremo, ma non mette mai in difficoltà, neppure nelle forti piogge della stagione autunnale, o nei tornanti dell’Autostrada della Cisa o delle strade dell’entroterra ligure: il comportamento è sempre sincero, gli ostacoli come dossi o caditoie non mettono mai in apprensione, e la trazione anteriore con il cofano corto dà la sensazione di poter concentrarsi sul direzionare l’avantreno, come in un’auto più corta, sapendo che la coda reagirà comunque in maniera conseguente. Gran merito di questo va certamente alle doti del telaio e delle sospensioni, ma anche allo sterzo correttamente impostato; un buon contributo è dato anche dagli enormi cerchi, sinceri anche su un fondo molto bagnato, e che aiutano anche a far sentire di meno i colpi di vento laterali: l’unico limite è la perdita di un po’ di silenziosità, e una reazione un po’ secca negli ostacoli corti, compensata in questo caso dai sedili perfetti. Un plauso anche ai freni, ben dimensionati e facilmente controllabili, con la frenata automatica di sicurezza in caso di ostacoli, e la segnalazione in secondi nella strumentazione della vettura davanti, utile per valutare la corretta distanza di sicurezza. Pochi anche gli scricchiolii interni, se non per le ampie guarnizioni delle portiere, che probabilmente ogni tanto devono essere trattate per ridurre gli sfregamenti; il fruscio aerodinamico si avverte oltre una certa velocità, ma meno che in certe SUV recenti dai frontali ancora più massicci. La Grand Scenic consente ai 7 passeggeri (meglio se i due posteriori non hanno stazze troppo elevate) viaggi comodi, e con accessori dedicati, soprattutto per la climatizzazione e il collegamento degli smartphone.

Questa Grand Scenic non è dotata dei sistemi più recenti di guida semi-autonoma, ma dispone solo del cruise control adattativo -che si attiva solo da una certa velocità in poi, e che in alcuni casi come in un rallentamento improvviso o con una vettura che si inserisce davanti, si disattiva con un allarme sonoro e ottico molto evidente. Anche l’indicatore del cambio di carreggiata può essere interrotto, via schermo, oppure si può scegliere un avviso (inutile se la segnaletica non è precisa e ben spaziata), o un aiuto al rientro in carreggiata con lo spostamento automatico del volante: attenzione, perché questa non è una modalità di guida autonoma, in quanto il volante sterza solo quando la ruota è praticamente sopra la linea (e quando non necessario non lo fa), senza mantenere il centro della corsia.

Altro automatismo interessante è invece il parcheggio: oltre a sensori periferici e telecamere, con la sagoma dall’alto della vettura e avvisi sonori e acustici chiarissimi, si può far parcheggiare la vettura da sola. Abbiamo eseguito vari test, e il sistema ha sostanzialmente funzionato, anche in questo caso con i limiti soprattutto della buona visibilità delle strisce a terra.

Terminiamo con i costi, iniziando dai consumi. La Grand Scenic è una stradista che, considerata la stazza e la potenza disponibile, consuma poco: il valore medio dichiarato è di 4,8 l/100 km, e nella guida d’uso senza attenzioni particolari è facilissimo riuscire a fare medie da 5,5 a 6,5 l/100 km, sposandosi più in basso guidando con attenzione, o nelle statali con molto rettilineo -in autostrada la guida Eco migliore è circa a 110 km/h. Il serbatoio di 53 l è piuttosto capiente, e garantisce buone percorrenze. Quanto al prezzo, solo il tetto in vetro è optional, mentre tutte le funzionalità citate, come i cerchi da 20”, la radio DAB Bose, i sedili riscaldabili con i controlli elettrici e il massaggio, sono comprese nel prezzo di 40.250 euro, che con gli sconti in essere possono sensibilmente diminuire. Una comoda vettura da viaggio, con sedili che non si dimenticano, una finitura di altissimo livello, e spazi interni ampi e personalizzabili: la personalità di una Grand Scenic è ben definita, e l’allestimento Initiale Paris ne costituisce la definizione ottimale.