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Salone di Francoforte 2019: Volkswagen ID.3, la terza generazione di “auto del popolo” ora è elettrica

Lo scorso maggio ne avevamo trattato con interesse, perché di fatto questa vettura potrebbe essere una pietra miliare nella storia dell’automobilismo: al Salone di Francoforte 2019 debutta infatti la Volkswagen ID.3, la prima di una serie di vetture elettriche (almeno 20 solo per il marchio Volkswagen) basate sull’unica piattaforma MEB, che consente un numero infinito di varianti anche per i diversi brand del gruppo. La ID.3 è talmente importante che Volkswagen, attraverso una rielaborazione nata internamente, ha ridisegnato il logo, che è sì bidimensionale e nero come praticamente tutti i marchi dei brand tedeschi, ma è anche molto legato alla semplicità originaria del logo VW, all’epoca del Maggiolino. E, secondo la casa, Maggiolino, Golf e ID.3 rappresentano tre diverse tappe di rinnovamento forte del marchio, da una tutto dietro con motore a cilindri contrapposti a sbalzo a una tutto avanti, arrivando di nuovo a una tutto dietro totalmente elettrica, con le rispettive famiglie di vetture.

Un’occhiata al design, progettato dal responsabile del marchio Klaus Bischoff, finalmente privo di camuffature e nella versione di serie definitiva. Si conferma il profilo a goccia, che è aerodinamicamente efficace, pensando all’autonomia dell’elettrico, ma che non può non creare un legame ideale con il Maggiolino, e volendo anche con la Golf I di Giugiaro che, nel suo essere squadrata e a vetri ampi come tutte le auto degli anni ’70, tradiva una certa rotondità soprattutto tra tetto e montante largo posteriore, che la rendevano una Volkswagen senza citazioni dirette. La ID.3 ha un montante posteriore importante, lievi appendici aerodinamiche che migliorano l’efficienza, due ampie porte laterali, una fiancata pulita, un frontale che, al pari della up!, semplifica e assottiglia al massimo l’andamento orizzontale formato da fari allungati, linea di collegamento e stemma centrale, nati con l’elaborazione della Golf VI e degli altri modelli nell’era di Walter De’ Silva e Flavio Manzoni. Pur essendo un’elettrica, la ID.3 non rinuncia ad un’ampia apertura inferiore, che indipendentemente dalla funzione (davanti ci sono anche gli elementi dello sterzo e del climatizzatore), crea un legame con le vetture a motore endotermico; il finestrino davanti alla porta anteriore, da monovolume, permette di accentuare la forma ad arco del parabrezza, con un cofano molto corto, mentre in coda il portellone nero di scuola italiana, in vetro come nella up! ma dalle forme più articolate, è in realtà quasi verticale, ma con un gioco grafico sembra essere molto più inclinato, come in una coupé; il grande montante ereditato dalla Golf è alleggerito con una pellicola dal disegno tecnico a rombi “ID Honeycomb”. Il tutto appoggiato su cerchi grandi, da 18” a 20”, con design aerodinamico e geometrico, che esprime comunque dinamismo. Le dimensioni complessive sono più o meno quelle della Golf, (4.261 x 1.809 x 1.552 mm, con passo di 2.765 mm), il bagagliaio è pari a 384 litri, il peso a vuoto minimo è di 1.719 kg, il Cx aerodinamico di 0,267 grazie alla ridotta superficie frontale (2,36 metri quadrati), e il diametro di sterzata di appena 10,2 metri, grazie al motore posteriore.

La semplicità del nuovo marchio, esteticamente molto efficace, sembra essere stata trasmessa al design esterno, che ha rinunciato ad un po’ di “overdesign” delle Volkswagen più recenti. Anche all’interno, la ID.3 appare in tutta la sua semplicità. L’elemento più complesso è proprio il volante, perché comprende una parte dei comandi, di solito distribuiti nella plancia; il resto dei pulsanti si trova invece nello schermo centrale, che sembra un piccolo strumento elettronico con tastiera appoggiato alla plancia, e in un’area ben definita a sinistra del volante. I comandi sono per lo più di tipo touch, insieme ai comandi vocali attivabili pronunciando “Hello ID”. La strumentazione è un altro piccolo schermo digitale, le bocchette dell’aria sono nella parte bassa della plancia, mentre manca una consolle centrale, e il tunnel, privo del cambio, è sfruttato interamente per ricavare vani portaoggetti. Secondo una schema che è debitore di molte idee grafiche degli anni ’70, i sedili sono insieme essenziali ed avvolgenti: rispetto alle Volkswagen endotermiche, il design semplificato aiuta a creare un ambiente fortemente caratterizzato, grazie anche alla possibilità di variare la tinta di volante, parte superiore della plancia e inserti delle portiere, ma anche luminoso, alleggerito, e funzionale alla propulsione elettrica.

Altre informazioni note sulla nuova ID.3 riguardano i dati tecnici e di vendita. Il motore elettrico è uno solo, e come nel Maggiolino è disposto posteriormente, con trazione posteriore: questo, grazie a un’opportuna distribuzione dei pesi e alla regolazione dell’assetto, garantisce un buon piacere di guida, considerando anche i 150 kW di potenza, la coppia di 310 Nm, la velocità limitata a 160 km/h. Quanto all’autonomia, così come, ad esempio, per Tesla, si possono ottenere sistemi scalabili di batterie, per arrivare fino a 550 km di percorrenza, che rappresentano un valore paragonabile ad una vettura a benzina con serbatoio piccolo; con 100 kW di ricarica, si possono raggiungere 290 km di autonomia (200 di guida autostradale) in 30 minuti. La ID.3 1ST, la prima edizione in vendita, è prenotabile in tre varianti di equipaggiamento (base, Plus e Max), con batteria intermedia da 58 kWh, che consente di percorrere fino a 420 km. Più avanti, arriveranno i modelli con batteria superiore, e inferiore: la ID.3 in versione di accesso, acquistabile da metà 2020, costerà meno di 30.000 euro, ai quali possono essere detratti gli incentivi statali, con garanzia di 8 anni o 160.000 km per la batteria. Con il servizio di ricarica WeCharge -che comprende anche la ricarica veloce Ionity, presto anche in Italia, si ottiene un anno di ricarica gratuita, ma Volkswagen offre anche un wallbox per la ricarica in casa, l’ID. Charger, disponibile in due varianti con potenza di ricarica diversa, a prezzo inferiore rispetto a quello attuale di mercato. Il futuro elettrico per tutti è iniziato?