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Ginevra 2018, ipotesi sull’auto del futuro

Oggi, 18 marzo, la chiusura del Salone di Ginevra, e anche il momento giusto per brevi considerazioni sulle automobili del futuro, proposte da varie case automobilistiche. Certo, sono lontani i tempi in cui si guardava oltre, immaginando negli anni ’50 o ’60 l’automobile del 2000 (vedi ad esempio la sempre bellissima Lamborghini Marzal di Bertone), però qualche spunto si trova anche adesso. L’automobile del futuro, intanto, potrà andare per terra e per aria: lo ha dimostrato ad esempio la Pal-V Liberty, l’auto volante, prodotta in forma di prototipo funzionante dall’azienda olandese che la commercializzerà l’anno prossimo: 5 minuti di trasformazione per percorrere 500 km in aria, con un prezzo da supercar (dai 300 ai 500.000 euro), ma con una lista d’attesa di due anni. Dopo il 2025, diventerà realtà anche la Pop-Up Next dello stand Italdesign, presentata in versione di pre-produzione con marchio e stilemi Audi, e realizzata in collaborazione con Airbus: qui l’idea è quella del maxi-drone in grado di sollevare la vettura, che quindi non ha in sé gli strumenti per volare, ma si affida ad un modulo separato. Una visione ancora futuribile, ma sicuramente con delle implicazioni interessanti: basta immaginare la possibilità di collegare un drone a qualsiasi auto, e già cambia tutta a prospettiva del trasporto del futuro.
Poi ci sono le parole d’ordine della mobilità di un futuro più immediato: guida elettrica, autonoma e connessa. Diversi sono gli esempi: tra questi, la Renault EZ-GO ci mostra un abitacolo viaggiante, nel quale si entra frontalmente e camminando, studiato come cabina totalmente controllata dal computer, e come volume estremamente regolare e simmetrico in grado di ottimizzare l’attività dei sensori. E’, di fatto, un taxi prenotabile via app, sorta di vagone on demand capace di muoversi in autonomia e su percorsi liberi; stilisticamente, la cosa più interessante è il curioso modo di funzionamento delle ruote carenate, visibili anche nel nostro video, e in ogni caso il prototipo è il preludio ad una serie di concept car per esplorare idee futuribili.
Una cosa simile è la Rinspeed Snap, progetto ancora più lontano dalla produzione, ma con una struttura modulare: il pianale indipendente, ricaricabile e aggiornabile, e una cabina che può essere anche una specie di spazio abitabile anch’esso autonomo.
Tra le case giapponesi, invece, merita un cenno il gruppo di prototipi Toyota Concept-i, che intanto hanno un design più semplice e luminoso rispetto alle vetture di produzione, e che esplorano varie tipologie di mobilità elettrica, da quelle individuali a quelle più simili alla mobilità attuale, ma autonoma.
Da segnalare anche le numerose proposte di approvvigionamento di corrente elettrica per le auto, in un sistema integrato con le abitazioni: a Ginevra le proposte riguardano soprattutto il mercato svizzero, ma alcune idee sono pronte a sbarcare in Italia, con progetti pilota e poi nel mercato.
Quindi la fine delle automobili tradizionali? Non è detto. Una coupé come la Polestar 1 dispone di due motori elettrici posteriori e di un benzina range extender anteriore, per un’autonomia di solo elettrica di 150 km e una potenza totale di 600 CV, telaio in fibra di carbonio e sospensioni elettroniche: prima auto di una gamma che si avvierà nel 2019, e che si affianca ad altre simili, come ad esempio le BMW i. Le piccole concept della Honda propongono una mobilità elettrica con un design molto interessante: anche il design è semplice e con segnali luminosi, scritte comprese, ma anche con richiami a vetture del passato -la nostra preferenza va per la piccola coupé Honda Sports EV, che forse non sarà prodotta, ma che ricorda tantissimo le compatte giapponesi, e italiane, di diversi anni fa, per un vero piacere di guida, senza ricorrere a soluzioni estreme.
Volkswagen propone tutta la sua gamma di vetture elettriche I.D., ma gli occhi erano tutti per la I.D. Buzz, l’erede del Bulli al quale somiglia tantissimo per forma e filosofia. Piacere di guida in senso conviviale, e tanti riferimenti ad una filosofia e un modus vivendi del passato, un’idea di libertà ben diversa dall’automobile come vagone allineato e numerato.
E poi c’è la Morgan EV3. Addirittura, si riprende l’idea del triciclo Morgan, una delle prime auto della casa a doppie ruote anteriori e motore Harley Davidson, ma piazzando un motore elettrico posteriore con 63 CV, 125 km/h, da 0 a 100 in 9 secondi e un’autonomia di 200 km, con meno di 500 kg di peso. Elettrica essenziale come solo le sportive inglesi sanno fare, e divertimento puro.