Test Drive

Dacia Jogger E-Tech 140 CV Extreme, l’ibrida a sette posti che va bene anche per il campeggio

Di recente, abbiamo avuto modo di provare la Dacia Jogger in allestimento Extreme con il motore bi-fuel da 100 cavalli e alimentazione benzina-gpl; ora siamo di nuovo alla guida di una Dacia Jogger, ma questa volta nella recente versione ibrida, o meglio full Hybrid, da 140 cavalli.e con un’altra novità: invece della terza fila di sedili, comunque disponibile, Il montaggio di un set da campeggio.

Non è un caso: le multispazio Dacia rappresentate in passato dalla Lodgy, di fatto una versione essenziale della Scénic a sette posti, ha oggi tutto un altro sapore, molto più legato all’avventura, sia dal punto di vista dello stile che delle sue caratteristiche tecniche, ma anche della possibilità di sfruttarla proprio come auto avventurosa.

Rispetto alla Jogger della prova precedente, qui siamo di fronte ancora una volta ad un allestimento Extreme ma con un colore diverso rispetto al più consueto Lichen  Kaki: la tinta Verde Oxide ha un tono più intenso, e si sposa con gli inserti in color rame degli esterni e degli interni, questi ultimi caratterizzati dalla selleria Extreme con una finitura vellutino grigio chiaro anche sulla plancia e sulle portiere. Diciamo che pur essendo lo stesso modello, la finitura specifica, che comprende anche numerosi elementi di colore nero compresi i cerchi, rende ancora più speciale l’aspetto di questa Jogger Extreme.

Per il resto non c’è molto da dire, se non che l’aspetto semplificato ma estremamente solido delle plastiche rigide ma con una bella goffratura e in generale del design di ogni elemento è stato decisamente migliorato con l’ultimo restyling con un design decisamente più ricercato. Dacia ha creato un’immagine di marca molto caratteristica, dove niente è lasciato al caso e tutto appare studiato con rigore, pur nella semplicità.

Tra gli accessori disponibili, da sottolineare per questa versione la possibilità del collegamento ad Apple CarPlay anche senza cavo, che comunque è necessario per il caricamento dello smartphone in assenza di una specifica piastra. 

Sedendosi al posto di guida, si trova subito la posizione corretta, grazie alle semplici leve per posizionare il sedile; l’unico limite è che, pur con le regolazioni del volante in altezza e profondità, non si può abbassare troppo la seduta senza sacrificare da visibilità del quadro strumenti. Quest’ultimo appare strettamente imparentato con le Renault elettriche, con un elemento circolare centrale, il disegno della coda della vettura, e una serie di indicazioni estremamente semplici, visibili nelle fotografie allegate.

Stupisce positivamente il fatto che anche nella grafica degli schermi Dacia mantenga una filosofia di semplificazione efficiente: se il sistema multimediale centrale ha forse un aspetto poco appariscente, con la quasi totale assenza di colore, ma comunque sempre ben visibile, il navigatore integrato è completato dalla visuale tridimensionale degli svincoli, molto utile per non sbagliare strada; quanto alla strumentazione davanti al guidatore, al computer di bordo è riservato uno spazio in alto a sinistra variamente configurabile, che indica sia funzionamento ibrido che la situazione di consumi e pressione delle gomme. Premendo lo specifico pulsante sul volante, la visualizzazione del funzionamento ibrido, con motore termico o di ricarica è affidata semplicemente a tre frecce e tre icone: un disegno estremamente sintetico, anche rispetto ad altre vetture ibride, ma immediatamente comprensibile. Allo stesso modo, le due C tratteggiate ai lati del cerchio centrale ci permettono di vedere sia la quantità di carburante a bordo, sia lo stato della ricarica, che come per ogni full Hybrid varia molto rapidamente a seconda delle circostanze. Il motore è il TCe 1.6 4 cilindri con erogazione complessiva, elettrico compreso, di 140 cavalli: la motricità elettrica è utilizzata sia per un’aggiunta di potenza, sia per trasformare la Jogger in full electric: non si può selezionare una modalità per forzare il funzionamento del motore elettrico, ma in determinate circostanze si viaggia a zero emissioni anche per lunghi periodi e con diverse velocità. Alla Ricarica, invece, pensa un doppio sistema abbina abbinato al cambio ibrido quattro marce automatico che dispone della modalità B per una maggiore frenata -e ricarica- in rilascio.

Nella guida su strada, abbiamo notato un miglioramento nell’affrontare le curve e le asperità, e si avverte bene la spinta dei 140 CV, soprattutto quando le batterie sono in stato di carica elevata: la casa dichiara il passaggio da 0 a 100 km/h in 10 secondi, e una velocità massima di 167 km/h, ma in realtà nella guida normale, soprattutto urbana, la coppia di 148 Nm del sistema ibrido fa il suo dovere. Nella guida normale, è difficile arrivare al 100% di carica della batteria, perché la ricarica avviene solo in frenata, però rispetto al passato sono aumentati i momenti in cui si può viaggiare solo in elettrico. La modalità Eco, attivabile con un pulsante, taglia in parte la potenza, ed è utilizzabile in modo vantaggioso nella guida normale, senza necessità di scatti. Se si accelera, comunque, la scritta Eco lampeggia e la Jogger dispone della potenza massima. Per i consumi, il computer di bordo segnala medie tra 5,4 e 5,6 l/100 km, non molto di più dei 4,7-4,8 dichiarati, anche se quando c’è di mezzo un motore elettrico questi dati vanno presi con una certa approssimazione. Ad esempio, la marcia in discesa consente la ricarica, giocando tra le due posizioni del cambio per avere più o meno freno motore, senza consumi di benzina.

In curva c’è sempre un po’ di tendenza sottosterzante, ma meno rispetto all’altro modello a sette posti provato, e in modo più simile all’ultima Duster, che tra tutte ha il miglior feeling con la strada: c’è stato un evidente migioramento generale, e nella Jogger probabilmente la distribuzione dei pesi ha una certa influenza sul comportamento. Avevamo notato nella 7 posti come la guida cambiasse un po’ a pieno carico -tra l’altro, il sedile posteriore è più alto rispetto a quello anteriore: in questa versione era presente il set da campeggio sleep pack, che di fatto occupa tutto il bagagliaio, con un certo aggravio di peso in coda.

Un sistema veramente simpatico, con un parallelepipedo grande come il bagagliaio, che si può trasportare in due persone, e che si apre prolungando prima una base di sostegno verso l’interno della vettura, e poi ribaltando una sorta di “rete” in legno, sul quale poggiare il sottile ma comodo materasso nero, disponendo a fianco dei cuscini con velcro. Montare il letto è alla fine piuttosto semplice, avendo l’accortezza di spostare in avanti lo schienale del sedile posteriore e in parte i sedili anteriori, e grazie a specifiche tendine su tutti i vetri si può oscurare l’abitacolo per dormire in auto. Inoltre, la struttura in legno contiene anche un tavolino in due posizioni, per mangiare o appoggiare oggetti, anche a letto installato, dal lato del portellone. Più complesso, invece, è il montaggio della tenda, per creare un tunnel con un accesso frontale: il montaggio avviene con una struttura tubolare che richiede un po’ di tempo per la corretta sistemazione. Il montaggio del letto, tutto all’interno dell’auto, è insomma più rapido: in generale, però, si nota il salto in avanti nella comunicazione e nell’immagine della Jogger, che partendo da una classica multispazio si è traformata in un veicolo per l’avventura.