Design

Toyota Prius quinta generazione, il design della nuova ibrida plug-in

L’uscita della quinta generazione di Toyota Prius, prevista per il 2023 in Europa, è sicuramente una notizia da tenere in considerazione per osservare l’evoluzione del design di una vettura ibrida. Quando fu presentata la prima generazione di Prius, prodotta in Giappone del 1997 e poco più tardi arrivata anche in Europa, il concetto di auto ibrida era ancora da sviluppare: un’auto per molti aspetti sperimentale, che compensava con una classica linea aerodinamica ma a tre volumi la modernità della meccanica, come spesso accade nel lancio pubblico di innovazioni in qualche modo rassicuranti nelle forme.

Le generazioni successive hanno spostato l’asticella verso linee aerodinamiche più originali, anche perché nel frattempo il sistema ibrido è stato ospitato anche in altri modelli dalle forme più convenzionali: la Prius in qualche modo doveva distinguersi. Da questo punto di vista, la quarta generazione è emblematica, con la ricerca di forme e volumi decisamente inconsueti, e inconfondibili.

Con la quinta generazione si assiste da un lato ad una semplificazione del design della Prius, eliminando alcune arditezze più legate allo stile che all’effettiva funzionalità, dall’altro al mantenimento di un linguaggio fortemente giapponese, e in linea con l’attuale family feeling Toyota.

Punto di partenza, le vetture fastback con coda tronca e profilo aerodinamico, che hanno in qualche modo tutte come principale erede moderna la BMC 1800 di Paolo Martin per Pininfarina, ma che ha avuto in tempi più recenti una suo specifico percorso di linguaggio. In qualche modo, considerando la Prius dalla seconda generazione, oppure Honda Insight o la prima Ioniq di Hyundai, la forma base per identificare una vettura nata ibrida è sostanzialmente la stessa.

Per la quinta generazione di Prius, troviamo alcune singolarità. Innanzi tutto, la necessità di creare un corpo vettura ancora più aerodinamico, abbassando il baricentro: rispetto alla precedente, la nuova Prius è più bassa di 5 cm, più larga di 2,5 cm ed ha il passo maggiore di 5 cm; è invece più corta di 4,6 cm, grazie alla diversa forma della carrozzeria, ma anche alla differente distribuzione dei volumi. Con un’unica linea -che ricorda, in altri contesti, i principi di Lamborghini e delle Bertone degli anni ’70- si disegnano così il montante posteriore e soprattutto quello anteriore, che scende senza soluzione di continuità nell’area superiore sagomata tra parafango e cofano.

Il frontale prosegue il disegno “hammerhead”, “a testa di martello” delle Toyota più recenti, in particolare l’elettrica BZ4X che in qualche modo parla lo stesso linguaggio generale. La fascia anteriore, quindi, si stacca dal cofano, contiene il logo, sovrasta la sottile presa d’aria in basso e soprattutto è circondata dalle luci avvolgenti a C, linee sottilissime che sfruttano pienamente le possibilità dell’uso dei LED. Nella zona inferiore, molto caratterizzante è anche la presa d’aria, circondata da un elemento metallico e che si prolunga lateralmente nello scudo con elementi neri.

La fiancata, quindi, è effettivamente disegnata dalla linea unica del profilo, che comporta un abitacolo avanzanto con cofano corto, e una finestratura che appare come un’unica goccia, grazie ai montanti neri, nonostante la suddivisione dei finestrini. Le portiere hanno un profilo monto semplice, con una sottile piega verso la fine della porta anteriore; le posteriori si avvolgono nel parafango sporgente, con la maniglia nascosta dietro al finestrino. Neri sono anche i profili dei parafanghi, che avvolgono i cerchi fino a 19”, e con il tetto in vetro può essere totalmente nera anche l’intera zona superiore, dal parabrezza al lunotto, dettaglio che risalta molto con i colori chiari della carrozzeria. Il tetto può essere anche a pannelli solari, per garantire energia per 1.250 km in un anno.

La stessa figurazione della presa d’aria inferiore del frontale è riproposta anche in coda, dove lo scudo si fa aerodinamicamente avvolgente, mentre il lunotto termina con una coda tronca, caratterizzata in alto da LED a tutta larghezza e un accenno di appendice aerodinamica.

Gli interni giocano sulla combinazione tra due elementi: gli onnipresenti schermi, con quello centrale da 12,3” destinato all’infotainment, e quello da 7” dietro al volante, il “driver module”, in posizione rialzata, e la plancia a mensola, circondata da un elemento di finitura, con prese d’aria, comandi del clima e alcuni pulsanti, come quello di avvio. Altri pulsanti si trovano a sinistra del volante multifunzione, che a sua volta include un gran numero di comandi. Anche la consolle centrale, semplice ma piuttosto larga, è realizzato per migliorare la praticità d’uso, grazie alla posizione della leva del cambio e alla particolare suddivisione.

Dal punto di vista tecnico, la nuova Prius arriverà a primavera 2023 solo come ibrida plug-in, con il 2.0 a benzina elettrificato da 223 CV, e batteria agli ioni di litio (non più nichel metallo idruro) sotto al sedile posteriore, che consente di percorrere 75 km in modalità solo elettrica. La potenza è quindi molto superiore rispetto all’odierna Prius ibrida plug-in, con tempo di accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,7 secondi.