Test Drive

Impressioni di guida: Kia XCeed, il CUV per l’Europa che non c’era

Non solo long test drive, ma anche test in anteprima: Virtual Car ha avuto modo di testare, nella splendida cornice di una Marsiglia di fine estate, la Kia XCeed prima della presentazione ufficiale sul mercato italiano, che avverrà a metà settembre. Un test singolare, in quanto la XCeed non è erede di un precedente modello, ma è una nuova nata all’interno di una gamma specifica, la terza generazione della Kia Ceed. La Ceed (ora con il nome senza apostrofo) è certamente un modello importante per la casa coreana, progettata in Europa e pensata per l’utente europeo: un cliente dalle esigenze particolari, abituato ad alti standard di qualità, e attento da una parte all’immagine e alle novità, dall’altra alla sostanza. Quindi, sfruttando le matite di uno dei centri stile più attivi (e premiati) di questi ultimi anni, sono uscite due vetture inedite della gamma: la Proceed, una sorta di Shooting Brake ma a 5 porte che ricorda molte Sportwagon mediterranee o le prime Touring e Avant alla tedesca, e ora la XCeed, la Ceed declinata in versione crossover.

Sì, perché nella XCeed la X non significa trazione integrale, che al momento non è prevista, ma ha l’intento di sottolineare una vettura non altissima complessivamente (1.495 mm), ma ben sollevata da terra (184 mm con i cerchi da 18”), con grandi cerchi e grandi spalle (più della Ceed, con 1.826 mm), ma anche dall’aerodinamica curata, e dalla lunghezza di 4.395 mm ottenuta mantenendo il passo della Ceed (2.650 mm) ma aumentando gli sbalzi di 85 mm in totale; ottima anche abitabilità interna, con un doppio vano di carico ampio e regolare di 426 litri, il sedile posteriore frazionabile anche in tre parti 40-20-40, il portellone elettrico, e un confort di alto livello. Se la Ceed rappresenta quindi la classica hatchback media, la XCeed è una novità dalla connotazione più sportiva e giovanile, per la quale è stata coniata la sigla CUV, Crossover Utility Vehicle, curiosamente togliendo dalla sigla la lettera S, “Sport”, anche se l’impatto della parte alta della vettura è effettivamente quello di una coupé. Poco importa che, analizzando le vetture vicine per categoria, sussista una pletora di vetture “alte” già presenti nella gamma Kia, come ad esempio Niro, Stonic, Sportage, e spostandoci un po’ anche Soul o Sorento: la XCeed fa parte di una gamma media specifica, ed ha alla fine una sua identità, che però rappresenta forse il modo futuro di intendere il SUV classico. Un crossover è più semplice da gestire in un mondo che si sta muovendo verso la riduzione di pesi, ingombri e ostacoli aerodinamici, per ottemperare alle prossime regole sulle emissioni, e guardando alle motorizzazioni alternative.

Una nota in più sul design, realizzato dall’European design centre di Francoforte diretto da Gregory Guillaume. Rispetto alla Ceed, con la quale condivide il pianale totalmente rivisto e ottimizzato per il modello, la carrozzeria prevede la condivisione dei soli pannelli delle porte anteriori, mentre tutto il resto è di forma differente. Questo significa che al centro stile sono riusciti a creare un modello che ricordasse l’attuale Ceed nel complesso, ma a personalizzare forme e dettagli: ad esempio, il cofano alto, la mascherina “tiger nose” con i bordi a rilievo, le protezioni inferiori con i parafanghi massicci, la finestratura rastremata e il tetto spiovente, i fari full LED “Ice Cube” con gli indicatori di direzione assottigliati verso la fiancata, il piccolo lunotto da coupé e gli elementi disposti ad allargare visivamente una coda importante, le protezioni anteriore e posteriore, quest’ultima con lo scivolo con i doppi scarichi integrati -anche se solo “disegnati”, perché lo scarico vero è sotto lo scudo. Anche i colori esterni, in comune con le altre Ceed tranne un’inedito Quantum Yellow, sono ricercati e tutti molto belli -noi abbiamo provato le versioni rossa e grigia metallizzata, ma è molto bello anche il colore Blu Flame. Dentro ci sono affinità con le altre Ceed, e tre elementi fondamentali: un design complessivo ricercato anche nei dettagli, un’opportuna scelta di materiali (difficile trovare un elemento di rivestimento di plancia e portiere che non sia morbido al tatto), e l’impiego della più moderna tecnologia di infotainment, con la strumentazione digitale da 12,3 pollici, l’UVO connect con 7 anni di utilizzo compresi (insieme ai proverbiali 7 anni di garanzia), e il maxi schermo centrale sospeso, opzionale, da ben 10,25 pollici, con possibilità di split screen. Tra gli accessori, ottimo anche il sistema audio JBL Premium, con i bassi integrati nel rivestimento del bagagliaio. Il livello qualitativo complessivo è molto alto, e diventa altissimo con gli optional, quali le finiture in tinta, la pelle, il sedile del guidatore a regolazioni elettriche, i sedili riscaldati (anche dietro) e ventilati, il climatizzatore bizona automatico. La posizione di guida è sollevata di 44 mm rispetto a Ceed per consentire una buona visibilità, ma è sostanzialmente automobilistica: non si deve “salire” troppo per entrare.

Una nota sulla prova di due giorni, compiuta sulla magnifica costa di Marsiglia in strade urbane ed extraurbane, e su un tratto di rete autostrade francese. I modelli testati insieme al collega Marco Fossa di Italia On Road sono stati due, per verificare le due top di gamma delle diverse motorizzazioni, in attesa delle versioni elettrificate Plug-in e Mild Hybrid che arriveranno nel 2020. Per i motori a benzina, c’è la Kia XCeed 1.6 TGDI turbo a iniezione diretta, che ha una coppia massima di 265 Nm, che almeno in teoria vengono ottenuti dai 1.500 ai 4.500 giri, ma soprattutto eroga ben 204 cavalli a 5.500 giri: tantissimi, se pensiamo che si tratta di una versione “normale”, cioè senza caratterizzazioni sportive estreme. In effetti, questa potenza in abbinamento al cambio meccanico a 6 marce, rapido ma dalla corsa un po’ lunga, non esprime il massimo del dinamismo: complice il peso, e forse anche i cerchi da 18” (che si affiancano a quelli da 16”), può certo pattinare in partenza togliendo i controlli elettronici, ma ha doti soprattutto in allungo solo tenendo il motore su di giri; nonostante la coppia massima sia teoricamente disponibile anche in basso, il complesso manca un po’ di elasticità, per cui nella guida normale l’effetto è più di una vettura molto confortevole e silenziosa, come una sorta di gran turismo alta. Nell’offroad, testato appena su una strada in ghiaia, l’altezza da terra certamente aiuta, anche a superare lievi ostacoli, ma non è prevista la trazione integrale, e mancano sistemi elettronici specifici, se non ad esempio l’hill-holder per le partenze in salita. La vettura era dotata anche di elettronica per la guida semi-autonoma; sulle strade francesi, opportunamente larghe e soprattutto con le linee di carreggiata e corsia ben disegnate a terra, l’auto riesce a sterzare da sola; mancava nel nostro modello il cruise adattativo, mentre c’erano sia il Driver Attention Warning che il sistema di frenatura automatica, con dischi ben dimensionati, che avverte in caso di rallentamento improvviso con un’animazione ben evidente nello schermo della strumentazione, prima di fermarsi. Il riconoscitore dei segnali stradali funziona bene purché il segnale sia ben posizionato e visibile (non va, ad esempio, su quelli variabili, disegnati con i LED all’interno dei tunnel). Questa XCeed da 204 CV, insomma, non è quindi una sportiva, ma una stradista comoda, dalle sospensioni con smorzatori idraulici e dallo sterzo tarati benissimo, e che può affrontare anche un off-road semplice, un’ottima tenuta di strada, e una frenata pronta. Con una nota da tenere in considerazione: i tempi di accelerazione (0-100 dichiarati in 7,5 secondi) comportano consumi di conseguenza, con autonomia totale da computer di bordo di circa 600 km, e medie d’uso che possono sforare con facilità i 10 l/100 km, volendo sfruttare la cavalleria a disposizione. Alla fine, conviene forse puntare sul 3 cilindri 1.0 T.GDi da 120 CV per risparmiare (in questo caso il prezzo di lancio, molto competitivo, è di 19.750 euro per la versione Urban), oppure sul 1.4 T-GDi da 140 CV che è un buon compromesso. Chissà però cosa potrebbero fare 204 cavalli su una coupé compatta della famiglia Ceed…

Curiosamente, per un uso normale, meglio puntare secondo noi sul diesel. C’è il CRDi da 115 CV, ma abbiamo provato la Kia XCeed 1.6 CRDI da 136 CV: un motore già visto in altre vetture Kia, affidabile, silenzioso e affinato al punto giusto per le caratteristiche del modello, obbedendo alle più recenti norme anti inquinamento. L’abbinamento perfetto è con il cambio doppia frizione DCT a 7 marce, che consente di avere anche il pulsante nel tunnel per la modalità Sport: in pratica, dopo il cambio di look e di informazioni in evidenza nella strumentazione digitale, la cambiata viene gestita scalando o ritardando quel tanto che basta per affrontare tutto con la massima spinta possibile, in accordo con l’elettronica di gestione complessiva. Un motore così, dalla coppia ancora più generosa del 204 CV a benzina (320 Nm da 2000 giri/min.), e con un cambio prontissimo utilizzabile anche in modalità manuale e con le palette al volante, risulta alla fine più sfruttabile su un modello appena sovrappeso rispetto alla Ceed berlina: qui veramente si può decidere di consumare poco in tutto confort (circa 5,5 l/100 km il consumo rilevato su una percorrenza per lo più autostradale), oppure divertirsi a sfruttare la spinta del motore e le doti del cambio su un telaio molto generoso. E, grazie a queste doti, affrontare con maggior disinvoltura anche tratti più impervi, come sterrati o salite più ripide. Vedremo ora le reazioni sul mercato italiano, dove Kia XCeed arriverà con un porte aperte il 20 e il 21 settembre, e proporrà sia sconti che una speciale Launch Edition 1.4 a benzina, ossia 250 vetture dotate di tutti gli optional e di tutti i servizi disponibili, a 28.900 euro, con uno sconto di 7.250 euro. Sotto il segno del tag di lancio #Corriavederla.