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Evoluzione del design della Lancia Ypsilon: dalla Y10 alla Ypsilon 2024

La storia del design della Lancia Ypsilon inizia di fatto con l’Autobianchi Y10 nel 1985, introdotta come una vettura compatta che mirava a coniugare funzionalità e un certo livello di lusso in dimensioni contenute. La Y10 si distingueva per il suo design innovativo, con una linea di tetto alta, la coda assolutamente verticale in tinta sempre nera -tranne alcuni allestimenti con una tinta comunque a contrasto- e un profilo distintivo che ottimizzava lo spazio interno pur mantenendo dimensioni esterne compatte. Autobianchi era una marchio totalmente in orbita Fiat, distribuito dalle concessionarie Lancia, che aveva prodotto successi come la A112, ma anche auto tecnicamente innovative come la Primula: nata dall’unione della divisione automobilistica Bianchi in unione con Fiat e Pirelli, produsse inizialmente la Bianchina, versione lussuosa ed elegante della Fiat 500. Divenne quindi laboratorio tecnologico, oppure creò versioni lussuose su piattaforma Fiat: la Y10, venduta in alcuni mercati come Lancia, era al di sotto una Panda restyling, quella che posteriormente montava l’assale “a Omega” e non le balestre. Le differenze, tuttavia, tra le due auto erano sostanziali. Dopo un inizio titubante, dovuto al prezzo e alla linea non convenzionale, un riposizionamento commerciale e un’azzeccatissima campagna pubblicitaria la resero un successo; la versione restyling, poi, introduceva accessori come l’aria condizionata e dettagli interni ed esterni più in linea con l’evoluzione della gamma Lancia superiore.

Nel 1996, la Lancia Y debuttò come sostituta dell’Y10 ma definitivamente con marchio Lancia, presentando un design più arrotondato e fluido, caratterizzato da una silhouette elegante che enfatizzava la continuità stilistica con il marchio. Questo modello incorporava elementi di design classici Lancia, come la calandra frontale prominente e i fari distintivi. Il design quadripartito, con l’impiego sistematico di archi e soluzioni originalissime per ogni elemento, dai parafanghi alla linea di cintura, sono un’intuizione geniale di Enrico Fumia, allora a capo del centro stile Lancia, che per vicende ormai note non fu però esteso ad altre vetture della gamma: purtroppo, ad esempio, il mondo automobilistico si è perso una berlina tre volumi bassa e filante basata sugli stessi stilemi. La Y, però , fu tanto popolare da rimanere la Lancia più venduta nella storia, e tuttora ne circolano moltissime in tutta Italia. Tra le sue innovazioni, l’opzione Kaleidos che permetteva di avere quasi ogni tonalità di colore su richiesta, mentre all’interno, oltre ai materiali di pregio, spiccava la strumentazione centrale, vezzo mantenuto fino alla serie attualmente in commercio. In questo caso, la base era quella della popolarissima Fiat Punto, un segmento superiore rispetto alla Panda/Y10, anche se sempre a tre porte.

Nel 2003, fu invece introdotta la prima Lancia Ypsilon, non più con la lettera greca ma con il nome per esteso, segnando un ulteriore sviluppo nel linguaggio di design. Questa generazione, nata nel centro stile con Marco Tencone e Alberto Dilillo, ma anche con Flavio Manzoni responsabile degli interni, combinava le dimensioni compatte con un aspetto premium, introducendo innovazioni estetiche come la linea di cintura alta e i dettagli cromati che sottolineavano l’appartenenza al segmento di lusso delle auto compatte. L’idea era di richiamare nelle forme le Lancia compatte del passato, in particolare la Ardea, in una singolare operazione di retro design non “copiato” ma solo suggerito. Il pianale Punto permetteva, rispetto ai volumi del passato, di gestire ancora meglio lo spazio interno, grazie a proporzioni e dimensioni, ma alla disposizione meccanica, e alle forme regolari e alla coda arrotondata ma quasi verticale, mentre lo scudo anteriore con i gruppi ottici separati e integrati nel frontale, o il montante posteriore curvo e importante, anche se in realtà formato dalla curvatura del portellone poggiante direttamente sulla finestratura, erano un richiamo alla storia del marchio. Questa versione, sebbene meno popolare della precedente e di fatto priva di un allestimento più performante, ha permesso comunque di continuare il successo del modello, con un forte appeal sulla clientela femminile.

Per la Lancia Ypsilon del 2011, nella nostra sezione Archivio troviamo ogni dettaglio, perché Virtualcar.it ha seguito ogni fase della creazione, provando le versioni di preserie, osservando i modelli tridimensionali a Mirafiori, facendo visita al Centro Stile nel reparto Color & Trim guidato da Rossella Guasco, e fornendo opinioni e dettagli su tutte le versioni, ad esempio su quella con colorazione rossa e nera, a ricordo della Fulvia coupé HF, o sulle versioni verdi inizialmente non previste, ma poi ricomparse per il ritorno in auge del colore -e storicamente per il richiamo al british green della A112, concorrente italiana della “Mini” classica.

La Ypsilon, in sostanza, subì una nuova evoluzione, con un design ancora più raffinato che enfatizzava la continuità e l’innovazione, sempre con il team di Dilillo e la supervisione di Tencone. Questa versione presentava una carrozzeria più arrotondata e proporzioni equilibrate, con un frontale caratterizzato da una nuova interpretazione della calandra Lancia e fari che si estendevano verso i lati, migliorando l’identità visiva del modello. In realtà, intervenivano due fattori nuovi: il pianale Panda/500, vetture di segmento inferiore rispetto alla Punto ma diversamente gestibili e finalmente a 5 porte, e la possibilità, poi mai realizzata, di avere una versione Chrysler con frontale PT Cruiser -la fine di questa ipotesi portò poi al ritorno alla calandra a sviluppo più orizzontale nei restyling 2015 e 2021. L’interno prevedeva un incremento della qualità dei materiali e delle finiture, sottolineando l’intento di offrire un’esperienza di lusso in un formato compatto, sempre però mantenendo lo stesso schema di plancia originale “aperta” e con materiali importanti, più la strumentazione centrale; a cambiare nel tempo è stata la disposizione dell’infotainment, che originariamente prevedeva addirittura la posizione di un navigatore trasferibile con uno specifico supporto sul lato sinistro. Questa Ypsilon rimarrà a listino nei prossimi mesi con la versione ibrida, presente per la prima volta nella storia del modello, che è tuttora tra le auto più vendute in Italia anche per l’elevata qualità percepita in rapporto al prezzo.

La Lancia Ypsilon 2024 arriverà il 14 febbraio: i saloni, riallestiti con un design specifico solo per Lancia anche in presenza di altri marchi Stellantis, sono pronti ad accogliere il modello in anteprima, che si preannuncia di particolare interesse per la volontà del gruppo di rilanciare il marchio, seppure al momento sempre solo con le Ypsilon -nell’attesa degli altri- e con la nuova edizione solo a motore elettrico. La Ypsilon presenta un’estetica moderna, seguendo le tendenze attuali del design automobilistico: una vettura compatta con una carrozzeria a due volumi a cinque porte, ma con le posteriori con maniglie nascoste nel montante, caratterizzata da linee pulite e una griglia frontale che incorpora il marchio in modo discreto. I fari sono disposti nella zona laterale e inferiore, anche se in primo piano ci sono le sottili luce a LED superiori e laterali, mentre il “calice” Lancia è reintepretato in forma sintetica come segmenti illuminabili, e manca lo stemma sostituito dalla scritta Lancia con il nuovo lettering su un elemento scuro, che ricorda un po’ il deflettore del cofano montato dai tuners.

La vista laterale evidenzia cerchi dal design specifico e una linea di cintura caratteristica che sale verso il posteriore, conferendo dinamismo alla silhouette. Dietro, sono evidenti i gruppi ottici circolari a LED, ispirati ai componenti della Fiat 850/1100 R montati sulla Stratos, ed enfatizzati da un anello luminoso. La scritta “Lancia” è posizionata in maniera prominente al centro del portellone, sotto il quale si trova la designazione del modello. Il paraurti è pulito e semplificato, con elementi riflettenti e sensori integrati. L’interno privilegia la tecnologia e la connettività: un ampio display touch-screen centrale domina la plancia, interfacciandosi con il quadro strumenti digitale per un ambiente di guida orientato all’utente. Sparisce, quindi, la strumentazione solo al centro, perché davanti al volante c’è un quadro strumenti digitale, ma di fatto l’elemento informativo più importante si trova ancora in mezzo alla plancia. Dettagli come cuciture a vista e l’uso di materiali e colori coordinati suggeriscono una ricerca di armonia e qualità percettiva, ed emerge il “tavolino” centrale con l’inedito sistema elettronico S.A.L.A. che permette il controllo elettronico delle caratteristiche sensoriali dell’abitacolo.

La nuova Ypsilon nasce nuovamente su un pianale di segmento B Stellantis: è infatti palesemente figlio della Peugeot 208, declinata anche come Opel Corsa, come si evince chiaramente dalle proporzioni, o dalle portiere. La capacità dei designer è stata comunque quella di rendere la vettura moderna e chiaramente legata al brand Lancia, grazie a richiami con il passato e a certe forme stilistiche e di finiture: in tempi di grandi gruppi e di condivisione “spinta”, il risultato da questo punto di vista sembra riuscito. I principi di design derivano comunque dalla concept Pu+Ra HPE, dalla quel sono stati ripresi vari elementi, e che ha da subito mostrato una via diversa rispetto alla moda imperante di SUV e Crossover.

Ogni generazione della Ypsilon ha riflettuto l’evoluzione del design e delle aspettative del mercato, con Lancia che ha costantemente cercato di offrire un mix unico di eleganza, innovazione e funzionalità. Vedremo se le nuove Lancia sapranno essere al passo con i tempi, e soddisfare le aspettative degli esigenti futuri lancisti, che attendono la rinascita di una gamma completa all’altezza della concorrenza e della fama del marchio.