Il gran premio virtuale del Baharain 2020: gara e considerazioni
In assenza del primo gran premio di Formula 1 della stagione a causa dell’emergenza Coronavirus, c’è stata ugualmente la possibilità di assistere ad una gara in diretta: non di vetture reali, ma di Formula 1 virtuali -quelle del sotware ufficiale F1 2019 di Codemasters, mostrata in diretta via social, YouTube e sul canale Sky. Ci siamo collegati su You Tube per capire qualcosa su questa gara singolare.
Ad essere esatti, non c’è niente di totalmente nuovo: non solo la Formula 1 propone un gioco con approvazione ufficiale di livree e scuderie, ma esiste dal 2018 un campionato specifico, F1 Esports Series, di gare virtuali: quella di ieri è stata quindi la gara di apertura della stagione 2020. Ovviamente, le vetture non si muovono automaticamente, cioè non si tratta di gare realizzate artificialmente dal computer, come per varie simulazioni di fanta-calcio: qui i piloti gareggiano in remoto con specifici controlli e sedili di simulazione corsa. La gara non era però valida per il campionato, perché tra i piloti virtuali, ciascuno in una sede separata come prescritto dalle norme sanitarie, si sono visti anche veri drivers delle vetture di formula: ad esempio, Lando Norris, Nico Hulkenberg, Esteban Gutierrez, un combattivo Johnny Herbert, il pilota Williams Nicholas Latifi, e anche il fratello di Louis Hamilton; unico italiano in gara, Luca Salvadori, giunto alla fine in settima posizione.
In un clima che i commentatori hanno esaltato nel suo aspetto più spettacolare, e talvolta umoristico, si è vista la pole position di Philipp Eng su Red Bull, che ha corso anche la gara, accorciata a 14 giri, sempre nelle posizioni di testa, lasciando però la vittoria al cinese Guanyu Zhou, anch’egli un pilota vero, già in Academy Ferrari, e attualmente tester Renault e pilota di Formula 2.
Al di là dell’ora e mezzo di svago, che in un momento di emergenza non è poco, e della necessità di mantenere viva l’attenzione su un campionato necessariamente bloccato, ci si chiede se la gara virtuale possa offrire agli spettatori qualcosa di concreto. Le vetture, con le livree del campionato scorso, sono state settate tutte con parametri simili, al fine di livellare i valori di base tra tutti i piloti, con la possibilità di qualche vantaggio per alcuni piloti meno esperti; ci sono poi i veri piloti di formula, che, pur non guidando realmente, non solo conoscono le tecniche di base della guida veloce, ma usano spesso i simulatori di guida prima delle gare vere e proprie. Con limitazioni ai danni per incidenti, fisici di sicuro, ma anche virtuali -di fatto solo un rallentamento e qualche effetto scenico- e con la possibilità di esprimersi con molta libertà: la gara ha offerto continui ribaltamenti di fronte, sorpassi, sportellate anche tra compagni di scuderia, e momenti di divertimento, come la fulminea partenza dell’istrionico Johnny Herbert su Alfa Romeo, che si è ritrovato subito primo partendo dalle retrovie, e che ha dato spettacolo anche durante la gara.
Graficamente, ci sono dei limiti, peraltro rilevati anche nell’assenza di connessione soprattutto nelle prove di qualificazione: per la natura della trasmissione in rete da luoghi molti distanti, il disegno dei poligoni è spesso rallentato, se non nelle riprese statiche, e l’asfalto appare sempre molto semplificato, al punto che a volte le vetture disegnate sembrano un po’ volare sopra la strada. Però la gara è più movimentata rispetto ad un gran premio di Formula 1, con vetture dalle performance simili ma più belle e variate rispetto alla Formula E, e con duelli che ricordano più le gare delle formule minori, delle vetture turismo, o anche del motociclismo. Un elemento da prendere in considerazione pensando alle nuove vetture di Formula, con le future regole che sappiamo essere già slittate di un anno, e che attendiamo di vedere nei circuiti di tutto il mondo. In emergenza, però, è stata una gara divertente che ha permesso a tutti di restare a casa, piloti e spettatori.