Ferrari Amalfi, la nuova eleganza scolpita di Maranello
Con la nuova Ferrari Amalfi, Maranello firma un capitolo inedito nel racconto delle sue gran turismo 2+, ponendo fine al ciclo della Roma e proiettando il linguaggio stilistico della Casa in una nuova direzione fatta di forme scolpite, tensioni visive e volumi affusolati.
Se la Roma aveva rilanciato l’essenza della coupé elegante con una purezza classica, l’Amalfi afferma un’identità ancora più decisa, reinterpretando la proporzione “long-hood – short-deck” in chiave muscolare e raffinata, grazie a un design firmato da Flavio Manzoni che si distingue per superfici tese, tagli grafici integrati e assenza di griglie tradizionali.
Il frontale privo di calandra verniciata, ma con l’ala flottante in tinta carrozzeria, è un manifesto di minimalismo sportivo, che riesce a suggerire altre vetture dell’attuale gamma senza una vera imitazione, e che riprende l’idea della fascia anteriore orizzontale che si ispira in parte anche al design dei primi anni ’70, fantascienza compresa. Rispetto alla Roma, l’insieme appare lievemente sollevato, perché ora manca la calandra bassa, ma è proprio la fascia a raccordare la sottile linea scura che comprende le luci con la zona inferiore, dal carattere ancora più tecnico.
Il posteriore con luci sottili e nascoste e lunotto raccordato all’alettone mobile conferisce una linea compatta e tecnica; da segnalare il prolungamento del lunotto e lo spostamento della targa, che consente di sagomare ancora meglio la coda. La fiancata mantiene sostanzialmente l’aspetto della Roma, integrando in modo naturale linee e volumi. L’insieme risulta scultoreo e omogeneo, come nato da un unico blocco di materiale, plasmato per creare una forma aerodinamica.
All’interno, l’abitacolo evolve la doppia cellula già introdotta su Roma, ma con un salto netto nella tecnologia e nel layout: tre display, plancia monolitica, pulsanti fisici sul volante e un tunnel centrale scavato nel metallo. Il ritorno a pulsanti fisici è una richiesta generale anche su altre categorie di vetture, e in questo caso specifico rivoluziona un po’ la distribuzione degli schermi, in particolare quello centrale che ora torna orizzontale ed è spostato poco più in basso. Anziché ricavare due celle avvolgenti con un tunnel imponente che separa guidatore da passeggero e definisce degli schermi doppi ad arco, ora si lavora di più con linee tese innestate in modo più contemporaneo, e su un tunnel minimalista centrale che non si collega direttamente alla plancia: un procedimento per togliere elementi, e peso, e per rendere più contemporanea una coupé sportiva non estrema come la Amalfi.
Per questo c’è una configurazione interna definita “2+”, e non “2+2”: mantiene una certa versatilità, pur essendo sostanzialmente una due posti con due sedili posteriori per emergenze, piccoli viaggi o adatti a bambini; la conformazione aiuta comunque le proporzioni generali, consentendo di spostare indietro maggiormente l’abitacolo rispetto al cofano.
Cuore tecnico dell’Amalfi è un V8 biturbo da 640 cv, evoluzione della famiglia F154, con un’erogazione più reattiva, sound curato e componenti alleggeriti: i dati parlano di 0-100 in 3,3 s e 0-200 in 9,0 s, con un peso contenuto in 1470 kg e un rapporto peso/potenza da riferimento. Nessun impiego di motori elettrici, dunque, a ulteriore conferma di un passo indietro sul fronte dell’elettrificazione, almeno su alcuni modelli.
La dinamica beneficia del sistema brake-by-wire, del controllo ABS Evo, dello sterzo ottimizzato e dello spoiler posteriore attivo a tre configurazioni, oltre a un’aerodinamica raffinata anche nei dettagli nascosti come i diffusori integrati nello splitter e i bypass sui fari anteriori.
L’Amalfi rappresenta quindi un’evoluzione netta rispetto alla Roma, mantenendo la stessa architettura tecnica ma spingendo in avanti ogni parametro: dalla definizione delle masse all’interfaccia uomo-macchina, dalle performance al coinvolgimento sensoriale. Anche sul piano estetico c’è un’evoluzione che come sempre è legata alle prestazioni ma anche al linguaggio visivo della “storia Ferrari”, mentre sul lato pratico migliorano la connettività, il comfort di bordo, i sistemi ADAS e anche il sound del motore termico.

























